Il Mare non è una moda

Sempre più spesso vedo in giro articoli, post sui social media, foto, accompagnate da didascalie più o meno autoincensanti, che inneggiano al Mare e alla Vita che esso racchiude. Mi sono trovata più spesso che volentieri a chiedermi se quell'amore ostentato fosse autentico. Per il bene del Mare spererei di sì. Ma ho notato, e vorrei esser smentita, che oggi come oggi il Mare è percepito come un qualcosa che si possa gestire da lontano e con delle foto, rigorosamente estive, con ragazze vestite boho chic, scalze, capelli lunghi, conchiglie...Instragram e Pinterest sono dei bei contenitori, ma il Mare non è qualcosa che sta lì per esser usato come sfondo delle proprie aspirazioni personali. E' la Vita stessa, grembo primigenio, contenitore di ossigeno e di energie, raccoglie e racchiude tutto quello che c'è di sacro.
Proveniamo tutti da lì.
Dal fondo degli Oceani.
Lì dove abbiamo gettato carcasse di ogni tipo.
Come se, come ha fatto notare la dottoressa Sylvia Earle, l'Oceano fosse infinito e quindi inquinabile a piacimento. Come se non custodisse Vita.
Il Mare, l'Oceano, sono mondi, che racchiudono altri microcosmi, sono sacri.
Non solo perché da essi traiamo la nostra stessa quotidiana esistenza, sono i tre quarti del pianeta ridicolmente chiamato Terra, ma perché non vi è niente di più sacro del posto nel quale siamo stati generati.
Eppure sembra che lo vediamo davvero solo in Estate, quando come orde vandaliche ci riversiamo sulle spiagge, carichi dei nostri interessi, inquiniamo con le creme solari, con i rifiuti che lasciamo sulle spiagge, con l'invasione continua delle acque e col rumore. Se dipendesse da me tutti quei ritrovi che sparano in aria musica a tutto volume sparirebbero, in un istante.
Non solo affolliamo le spiagge senza rispetto, ma mandiamo anche le vibrazioni della musica in acqua. I fuochi di artificio, le barche a motore, le discoteche ruggenti che vomitano confusione e persone sulla spiaggia, gli stabilimenti in cui la musica (si fà per dire) è proiettata dappertutto a tutto volume non sono altro che la visione distorta e bastarda del Mare come il continuum della Terra e, quindi, soggetto passivo di una invasione barbarica.
E' il luogo delle ferie estive.
No, non lo è. E' come un bosco, la cima di una montagna o una cattedrale o una sinagoga o una moschea, dovrebbe esserci decoro e rispetto.
Non è nostro, non lo sarà mai.
E' di chi ci vive, dentro. Noi dovremmo custodirlo.
Invece siamo riusciti ad inquinarlo al punto tale che esiste una chiazza di plastica larga come un continente (Pacific Trash Vortex),con una estensione che fà rabbirividire: le stime vanno da 700.000 km² fino a più di 10 milioni di km² che galleggia nel Pacifico.(L'oceanografo americano Charles Moore ritiene che l'area potrebbe contenere fino a 100 milioni di tonnellate di detriti.)
Continuiamo con la pesca praticata violentemente e non sostenibile, con le crociere, quelle navi a sette o più piani che farei sparire solo se potessi, che portano persone sul luogo più sacro del mondo e invece di rendergli grazie, che esista, lo violano inquinandolo in ogni modo.
Il Mare non è indifeso.
Le Streghe fanno buona guardia e, presto, le sentiremo intessere i loro incanti.
Il Mare è nostra Madre.
Il Mare non è una Moda e prima lo capiamo e prima ci attiveremo e meglio sarà.
Oltre alle foto in posa, si possono pulire le spiagge, raccogliere fondi per associazioni che tutelano animali marini, ce ne sono a iosa, usare prodotti abbronzanti eco sostenibili, evitare di frequentare posti rumorosi, rispettare flora e fauna sulle spiagge e nel mare.
Celebrare rituali di guarigione, mandare energia positiva, impegnarsi per la salvaguardia delle coste e dei fondali per tutto l'anno.
Non solo in estate perché il mare non è una moda.

(The Sea Witches Daughter by Cosmosbadger)

Commenti

  1. Io pulisco sempre le spiagge in cui vado, anche perché sono sempre il primo ad arrivare ;)

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